venerdì 14 novembre 2014

Recensione: La solitudine dei numeri primi

“Alice della Rocca odiava la scuola di sci. Odiava la sveglia alle sette e mezzo del mattino anche nelle vacanze di Natale e suo padre che a colazione la fissava e sotto il tavolo faceva ballare la gamba nervosamente, come a dire su, sbrigati. Odiava la calzamaglia di lana che le pungeva sulle cosce, le muffole che non le lasciavano muovere le dita, il casco che le schiacciava le guance e puntava con il ferro sulla mandibola e poi quegli scarponi, sempre troppo stretti, che la facevano camminare come un gorilla.” (prime righe del libro) 

AUTORE: Paolo Giordano
EDITO DA: Mondadori
ANNO DI PUBBLICAZIONE: 2008
ACQUISTATO DA: Mondadori
GENERE: Romanzo, Drammatico
NUMERO DI PAGINE: 304
COSTO: €18,00

Qualche informazione sull’autore
Paolo Giordano è nato a Torino nel 1982. È laureato in fisica teorica e lavora presso l’università con una borsa di dottorato. “La solitudine dei numeri primi” è il suo primo romanzo, che ha vinto numerosi premi, come il premio Strega e il premio Campiello.


Trama
Alice ha sette anni e odia la scuola di sci. È una mattinata nebbiosa e in cima alla seggiovia si separa dai compagni, li perde di vista e, nel tentativo di tornare a valle da sola, cade in un dirupo e si spezza la gamba. Incapace di muoversi, si chiede se i lupi ci sono anche d’inverno. Mattia è un ragazzino intelligente, con una gemella ritardata, Michela, ed è preso in giro dai suoi compagni di classe a causa della sorella. Un giorno, un amico li invita entrambi alla sua festa di compleanno, e Mattia lascia la sorella in un parco, con la promessa di tornare dopo a prenderla. Michela non verrà mai più ritrovata. Questi due episodi dalle conseguenze irreversibili, segneranno per sempre la vita di Alice e Mattia. Le loro esistenze si incroceranno, e i due ragazzi capiranno di essere strettamente uniti ma anche divisi, come due numeri primi gemelli; numeri vicini, ma mai abbastanza per toccarsi davvero.

copertina libro la solitudine dei numeri primi
 Opinioni
Un libro da leggere, toccante e scritto in modo lucido da Giordano, che sa mettersi con maestria nei panni dei personaggi. Il libro si apre con l’incidente che turberà per tutta la vita Alice, e subito dopo segue quello di Mattia. I due sono bambini, e il libro si snoderà in tutte le fasi della loro esistenza, fino alla vita adulta.
Il romanzo si snoda su un’emozione ben precisa, riportata anche nel titolo: la solitudine. Mette in luce come questa si insidi nei personaggi, come li tormenti, come non li abbandoni mai e come ritorni in ogni scelta quotidiana.

“La solitudine dei numeri primi” è un libro facile da leggere (la scrittura è semplice, veloce), ma difficile, anzi, difficilissimo da digerire.

Non ha un lieto fine, e quindi i personaggi non hanno un riscatto, divorati dal destino. È un romanzo duro, che narra di problematiche familiari dapprima e sociali poi, ma realistico, crudo, vero. Un libro che ti rimane incollato addosso per tanto tempo, difficile da dimenticare.

Il mio voto

A CHI LO SUGGERISCO?
-Lettori adulti, non necessariamente esperti
-A coloro che amano le storie realistiche e tormentate (da leggere assolutamente, se vi piace il genere, "Il messaggio segreto delle farfalle")
-A chi vuole qualcosa su cui riflettere
-A chi piacciono le storie con protagonisti problematici, a cui consiglio anche la lettura de "lo strano caso del cane ucciso a mezzanotte."

DA LEGGERE CON.. la consapevolezza che non tutte le storie possano avere un lieto fine, e che la maggior parte delle volte nella vita succede proprio così. Se siete lettori disillusi, però avete voglia di qualcosa di un meno duro, date un'occhiata a "L'armadio dei vestiti dimenticati".


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